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Viaggio nell’Italia che cambia. Questo è il nome della mia avventura su e giù per l’italico stivale, ma avrei potuto anche intitolarlo viaggio nella vita che cambia, o esplorando dentro e fuori di me. Trovo davvero sempre più difficile separare i cambiamenti sociali, culturali e politici che scopro nelle varie regioni, con quelli che avvengono nella mia persona, negli incontri che faccio, nelle mie emozioni e nelle mie riflessioni.
Chi siamo noi? Cos’è la realtà che ci circonda? Quale il confine tra la materia e le nostre proiezioni, le nostre paure, i nostri sogni? Il tema del “reale” è un tema che mi affascina fin da bambino. I libri di Dick o i film alla Matrix hanno acceso per anni la mia fantasia, così come le teorie della fisica quantistica. E anche l’aver lavorato in televisione ed aver studiato la comunicazione ed aver potuto quindi osservare e capire come si “costruisce” il reale, come i media influenzano il nostro vissuto, la nostra percezione, le nostre scelte e i nostri valori mi ha spinto sempre più in un vortice di dubbi, esaltazioni, crolli e rinascite connesse con la ricerca, appunto, del reale.
Spesso quando si avvicinano festività come il Natale o il capodanno, ad esempio, molti affermano convinti che siano vuoti rituali, che non abbia senso festeggiare una determinata data piuttosto che un’altra. E altrettanto spesso si afferma con convinzione che i titoli di studio non hanno senso, sono solo pezzi di carta, il matrimonio è solo un contratto per la burocrazia e così via. Io credo che sia tutto vero, ma anche assolutamente falso.
Secondo me dipende dal punto di osservazione. Io sono sempre più convinto che non si possa giudicare la realtà, o più umilmente la propria vita, in modo univoco. Credo che ci siano diversi livelli in cui ci muoviamo, diversi piani di coscienza.
E allora, possiamo dire che le festività non hanno senso, i titoli di studio sono pezzi di carta, le ritualità vuote e, nella stessa vita, imparare a godere delle soddisfazioni che la quotidianità ci propone, festeggiare in compagnia di persone amate un capodanno o con i propri famigliari (se si hanno e si stimano) un Natale.
Sapersi celebrare, secondo me, è fondamentale. Viviamo in un mondo difficile, in decadenza, spesso privo di senso, in cui si è destrutturata la comunità, le relazioni, la capacità di stare insieme, la connessione con il Pianeta che ci ospita. Un mondo in cui il senso del vivere spesso si è smarrito e si è persino dimenticato di cercarlo.
In un mondo del genere, abbiamo il diritto/dovere di riscoprire il calore umano. L’obiettivo verso cui dovremmo tendere è un mondo senza titoli di studio e carriera, senza feste comandate e convenzioni. Un mondo in cui una collettività composta di individui maturi e consapevoli vive ogni giorno come se fosse l’ultimo, celebra lo stesso esistere, rispetta se stessa e le altre collettività. Nel frattempo, però, sono convinto che possiamo e dobbiamo riscoprire il piacere di vivere le soddisfazioni e le gioie che questo momento storico ci regala.
Ecco, tutto questo per dire che la mia compagna qualche giorno fa si è laureata. Ha avuto una splendida discussione di laurea, con una tesi difficile, innovativa, non scontata. L’ho vista faticare giorno dopo giorno nel costruire il percorso che l’ha portata a raggiungere questo obiettivo. Ed è con gioia quindi che la voglio celebrare. E a chi dovesse accusarmi di usare questo spazio per raccontare questioni personali, non posso che rispondere: infatti è un blog personale!
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