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Partito il 9 settembre. Il quarto giro di boa arriva quasi sornione, inaspettato. Dopo oltre tre mesi di incontri senza sosta, quasi due settimane ferme sono state fondamentali e anche un po’ stranianti. Il caso, l’ho detto più volte, non è mai a caso e così ecco che oggi 9 gennaio risalgo sul camper, pronto a nuove tappe, nuovi incontri, nuovi paesaggi.
Nei prossimi giorni “recupero” alcuni luoghi del centro-nord che erano rimasti in sospeso qua e là (Parma, Carrara, Grosseto e dintorni). Poi, tra una settimana, “addenterò” il centro Italia, tra Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo. E via così, fino al gran finale che avverrà (credo) a marzo in Sicilia.
Comincia quindi la seconda metà del viaggio. Le batterie sono cariche, l’entusiasmo invariato, l’obiettivo nuovo, che si unisce a quelli di sempre, l’ho spiegato nel post precedente. Non resta che ripartire!
Domani parto da solo, ma a breve si ricongiungeranno anche i mitici compagni di viaggio: prima Paolo, poi anche Elisa.
ps in piena campagna elettorale molti politici si avventano come arpie sulla parola cambiamento. Inutile dire quanto suoni vuota in bocca a segretari di partito che da anni affondano nella melma del nulla e quanto una parola così nobile venga svilità. Spesso mi chiedo se dovrei smettere di usarla, ma poi mi dico che non è giusto lasciarla a loro. Ecologia, ambiente, politica, cambiamento, sono parole nobili che vanno usate con orgoglio e rimesse al centro del dibattito da chi le conosce e le pratica ogni giorno. E noi giornalisti abbiamo il dovere di raccontare chi agisce veramente per un cambiamento positivo della realtà. O almeno questo è il mio pensiero.
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